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Il programma in 10 punti

  • Immagine del redattore: Si Amo Montefalco
    Si Amo Montefalco
  • 16 mag 2019
  • Tempo di lettura: 12 min

Secondo noi amministrare una città vuol dire:

  • PENSARE AI BISOGNI DI TUTTI

  • AGIRE IN MODO TRASPARENTE

  • INTRECCIARE RAGIONAMENTI DIVERSI IN UNA SINTESI COMUNE

  • PORSI OBIETTIVI DI BENESSERE SOCIALE

  • LAVORARE A DINAMICHE DI INCLUSIONE

  • ACCETTARE E STIMOLARE IL DIALOGO

  • ASCOLTARE E COMUNICARE CON I CITTADINI

  • AGIRE CON CRITERI DI SOSTENIBILITÀ

  • VALUTARE PRIMA DI FARE E VERIFICARE GLI EFFETTI DELLE AZIONI

Coerentemente con questi presupposti abbiamo individuato dieci punti programmatici fondamentali:


 

1. RISANAMENTO DEL BILANCIO COMUNALE


Il risanamento del bilancio comunale, ridotto al limite del dissesto da 10 anni di amministrazione superficiale e dissennata, rappresenta la prima priorità della prossima legislatura.

Il mostruoso disavanzo accumulato ed il debito nei confronti dei fornitori sta già portando alla paralisi operativa il Comune e rischia di ricadere pesantemente sulle spalle dei cittadini e delle imprese, sia in termini di tagli alle spese future che per la svendita del patrimonio pubblico decisa già dall’amministrazione Tesei, sia soprattutto perché potrebbe determinare la necessità di aumento delle tasse e delle tariffe dei sevizi comunali, come già avvenuto ad esempio questo anno con l’aumento della Tari.

Il risanamento non può e non deve essere fatto così.


Va fatto aggredendo le cause che lo hanno determinato:

  • incompetenza nell’uso delle risorse,

  • spese inutili fatte solo per alimentare la rete del consenso

  • incapacità di acquisire

  • risorse esterne

  • mancata capacità di portare a termine i progetti finanziati da altri livelli istituzionali e quindi mancato incasso dei relativi contributi

  • evasione fiscale tollerata e non contrastata.

Far cessare questo modo di amministrare è il primo e fondamentale contributo per risanare il bilancio senza far pagare il conto ai cittadini.

Il riequilibrio dei conti va assicurato non aumentando le tasse ma recuperando quelle non pagate predisponendo un serio piano di recupero, anche con il supporto di soggetti specializzati come hanno fatto da tempo altri comuni.


Nessuna svendita dei beni pubblici ma trasparenza nella spesa soprattutto negli affidamenti dei lavori e negli incarichi di progettazione.


Efficientamento della macchina pubblica e razionalizzazione della stessa avvalendosi della collaborazione di altri enti, in particolare per le funzioni relative alla manutenzione del territorio o dei soggetti privati come le imprese agricole, attivando gestioni associate per ridurre i costi di struttura e valorizzare le risorse umane e strumentali.

Soprattutto recuperando la capacità di attrarre risorse come ad esempio per le politiche di sviluppo e per la cultura, sia da altri livelli istituzionali sia dai privati.



 

2. SVILUPPO IN OTTICA DI SISTEMA


Valorizzazione delle produzioni agricole tipiche a partire ovviamente dal vino promuovendo strategie di rete tra i produttori e supportando la diversificazione e l’arricchimento del paniere (vino, ma anche gastronomia, olio, prodotti ottenuti dall’olio, prodotti ottenuti dal vino, etc.), sfruttando tutte le opportunità offerte dal PSR al fine di favorire la promo-commercializzazione di tali prodotti.


Ampliamento e diversificazione dell’offerta turistica e dei servizi proposti, in modo da accrescere non solo gli arrivi (visite in città di breve durata), ma anche le presenze (soggiorni con pernottamento) che in questi anni hanno avuto un andamento di sostanziale stagnazione.

Al fine di diversificare ed ampliare l’offerta si deve puntare non alla proliferazione di ulteriori attività dello stesso tipo di quelle già esistenti, cosa che determina un eccesso di offerta che agisce negativamente sui prezzi, ma a qualificare ed arricchire le attività presenti perché siano più attrattive e, semmai, stimolare la nascita di attività nuove di livello diverso e di dimensioni diverse che possano intercettare nuove domande di turismo, ad esempio strutture per soggiorni prolungati di alto profilo dotate dei servizi accessori più richiesti (spa, piscina….) ed anche porsi il problema che vi siano strutture che abbiano un numero di camere sufficienti ad ospitare un pullman di turisti, altrimenti è di tutta evidenza che i flussi di turismo organizzato non possono essere intercettati.


Ampliare i servizi turistici offerti per favorire l’allungamento della presenza media realizzando ad esempio la mappatura e assicurando la fruibilità di percorsi ambientali (trekking/mountain bike / a cavallo nel territorio, anche nella prospettiva di valorizzazione turistica delle frazioni e delle attività diffuse), promuovendo convenzioni con gli operatori di servizio esistenti come le guide turistiche, le cooperative di servizi culturali, i maneggi o stimolare la nascita di nuove attività di servizio per organizzare le passeggiate o assistere nella fruizione dei percorsi, realizzare e gestire strutture adibite a camping o rivolte ai camperisti, per permettere lo sviluppo di presenze turistiche diffuse.


Realizzare una piscina all’aperto e migliorare l’impiantistica sportiva, anche per attrarre soggiorni legati allo sport ed in particolare a quegli sport che si integrano meglio nell’ambiente.


Arricchire l’offerta culturale e le opportunità di intrattenimento, sia tramite il rilancio qualitativo dell’Agosto Montefalchese sia promuovendo nuove iniziative di alto profilo qualitativo magari collegandosi ai grandi Eventi presenti in Umbria quali, in primis, Festival dei Due Mondi ed Umbria Jazz, sul modello di quanto fatto in altre aree turistiche quali Orvieto, ove da oramai molti anni si tiene la sessione invernale di Umbria Jazz


Migliorare i servizi di base in primo luogo l’accessibilità e l’informazione promuovendo collegamenti con i nodi ferroviari e aeroportuali mediante l’istituzione di servizi navetta, la nascita finalmente di un ufficio di accoglienza ed informazione turistica, la stipula di convenzioni con guide turistiche, noleggio auto, bici elettriche, mountain bike, etc.


Impegnarsi sul piano politico perché giungano finalmente a compimento i principali interventi infrastrutturali che interessano il territorio della Valle Umbra ovvero la realizzazione del traforo di Acquasparta, che deve permettere di collegare direttamente Spoleto con la E 45 e quindi con Roma e la velocizzazione della Foligno-Terontola, che permetterebbe l’attestazione sulla stazione di Foligno dei sevizi dell’alta velocità ferroviaria, interventi che unitamente al già realizzato collegamento veloce Foligno-Civitanova consentirebbero di superare le difficoltà di accesso al territorio con evidente beneficio per i flussi turistici.



 

3. EX-OSPEDALE

La vicenda dell’ex-ospedale rappresenta meglio di ogni altra il fallimento di 10 anni di amministrazione Tesei.

Se il non essere riusciti nel 2009 a dare un futuro a quello straordinario contenitore che tanto ha rappresentato nella storia della comunità veniva addidata dalla candidata Tesei come ragione prima della necessità di cambiare amministrazione, cosa si deve dire oggi nel 2019, quando dopo 10 anni la situazione se possibile non solo non è cambiata ma semmai è peggiorata?

L’ipotesi infatti di spezzettare l’ex-ospedale per farne la sede low-cost di servizi di prossimità quali il distretto o la caserma dei carabinieri più qualche appartamento con vista, rappresenta meglio di ogni altra la dimostrazione della incapacità di governo di questa amministrazione.


Il nuovo distretto e la nuova caserma dei carabinieri vanno certamente realizzati, anzi dovevano già essere fatti da tempo, ma vanno realizzati in luogo e con caratteristiche tecniche che diano il massimo della soddisfazione per l’utenza e della comodità per gli operatori di tali fondamentali servizi di base e su questo punto noi avanziamo una precisa proposta.

Ma il più importante bene comune del centro storico di Montefalco, quale è l’edificio dello storico ospedale di Montefalco, va utilizzato per fare ciò che non si può fare in nessun altro posto e in nessun altro edificio: valorizzato e messo al servizio dello sviluppo economico cittadino facendolo divenire, anche tramite una iniziativa pubblico-privato, il contenitore di servizi turistici d’eccellenza, per attrarre turismo di alto profilo.


Ad esempio l’ex ospedale potrebbe divenire location turistica di altissimo livello, dotata di servizi oggi non presenti quali spa centro benessere, palestra, nonché boutique-vetrina dei prodotti di eccellenza artigianali ed eno-gastronomici di Montefalco e del territorio, che operando in rete anche con le altre strutture presenti e che, strutturandosi secondo il modello dell’albergo diffuso, può valorizzare tutto il patrimonio residenziale del centro storico.

Avviare immediatamente un percorso in tale direzione definendo una confacente destinazione d’uso per l’immobile, organizzando gli operatori economici ed i proprietari interessati, ricercando investitori disponibili che apportino anche idee e progettualità specifica rappresenta una priorità e una opportunità reale.


 

4. NUOVO CENTRO DIREZIONALE


Il nuovo distretto e la nuova caserma dei carabinieri, come detto, vanno immediatamente realizzati (anzi dovevano già essere fatti da tempo), ma vanno realizzati in luogo e con caratteristiche tecniche che diano il massimo della soddisfazione e della comodità per l’utenza e per gli operatori di tali fondamentali servizi di base.

Su questo punto noi avanziamo la proposta di realizzare un nuovo polo direzionale in un’area, preferibilmente di proprietà comunale, in prossimità del centro storico dove realizzare:

  • Nuovo distretto sanitario dove vengano erogati non solo i servizi di base (prelievi, vaccinazioni, etc.) ma anche unità di soccorso, ambulanza, poliambulatori per visite specialistiche (elettrocardiogramma, esami ecografici, fisioterapia, etc.) in collaborazione con i medici di base che operano su Montefalco sul modello di quanto già sperimentato in altre città umbre.

  • Caserma dei Carabinieri.

  • Area parcheggio ampliata, dotata anche di garage auto per residenti.


 

5. RIORGANIZZAZIONE DEL COMUNE:

EFFICIENZA - TRASPARENZA - COLLABORAZIONE TRA ENTI PUBBLICI E CON L’ASSOCIAZIONISMO E LE IMPRESE.


Riorganizzare la macchina comunale, introducendo le tecnologie informatiche e telematiche al livello richiesto dalla legge, al fine di assicurare sia la trasparenza e la correttezza della publica amministrazione sia facilitare l’accesso dei cittadini ai servizi così come accade oramai in tutte le pubbliche amministrazioni.


Sviluppo delle funzioni associate con i comuni limitrofi (condivisione di risorse umane e strumentali secondo le necessità e le peculiarità di ogni ente al fine di ridurre i costi di struttura, valorizzare le competenze e beneficiare delle risorse messe a disposizione dallo stato e dalla regione per incentivare tali esperienze.


Riduzione del ricorso agli appalti esterni per le attività di manutenzione ordinaria e di piccola manutenzione straordinaria degli edifici, delle infrastrutture e delle reti mediante la riorganizzazione dei servizi tecnici comunali, anche nella logica della collaborazione con altri comuni e lo sviluppo di convenzioni con soggetti pubblici (agenzia forestale) o privati quali le aziende agricole presenti sul territorio, secondo la logica della multifunzionalità.


Valorizzazione, promozione ed utilizzazione dell’associazionismo e del volontariato nella gestione dei servizi pubblici, in particolare nel campo della promozione e informazione turistica, dei servizi e delle attività culturali e delle politiche giovanili e del sociale.


 

6. POTENZIAMENTO DELL’IMPIANTISTICA SPORTIVA E RILANCIO DELL’ASSOCIAZIONISMO


La dotazione di impianti sportivi nel territorio comunale, oltre che essere segnata dall’oramai storico degrado dell’impianto natatorio coperto, è caratterizzata da una profonda inadeguatezza che si somma con il declino e la crisi anche di gran parte delle associazioni sportive.

Risulta prioritario definire un obbiettivo per la prossima legislatura di potenziamento del polo sportivo che si unisca a quello del rilancio delle associazioni sportive che operano sul territorio, da realizzare mettendo loro a disposizione un polo sportivo completo e di qualità e chiamandole a gestirlo in maniera trasparente e sostenendole adeguatamente.


Si propone:

  • la verifica della possibilità di riattivazione della piscina coperta e la realizzazione di una piscina scoperta mediante il ricorso alla finanza di progetto (investimento e realizzazione degli interventi da parte del privato in cambio della gestione per un adeguato periodo di tempo);

  • realizzazione del palazzetto dello sport come struttura polivalente a uso delle associazioni sportive, delle scuole nonché di altre esigenze associative e culturali;

  • completamento della copertura del tennis (ora bloccata per carenze di risorse);

  • relizzazione di piccole aree verdi nelle frazioni con annessa piastra sportiva polivalente per soddisfare le esigenze frazionali di spazi verdi minimamente attrezzati anche per lo svolgimento di attività ludico-sportive.


 

7. FRAZIONI : RIQUALIFICAZIONE E COLLEGAMENTO CON IL CENTRO


Lo stato di manutenzione dei centri frazionali che è bene ricordare sono i luoghi in cui risiede la maggior parte della popolazione del comune, il progressivo venir meno di tutti i servizi, la perdita di punti di aggregazione e di socialità così come la loro progressiva estraneazione dalle dinamiche cittadine è oggettivamente sotto gli occhi di tutti.

Poche sono purtroppo le esperienze che riescono a resistere o a invertire questa tendenza.

Tale situazione non può essere più tollerata e si deve ritornare a dare alle esigenze dei centri frazionali il necessario rilievo per evitare che diventino luoghi dormitorio estranei alla vita cittadina.


Fondamentale è invertire la tendenza al progressivo decadimento ed all’avanzare del degrado degli spazi pubblici avviando un programma straordinario di manutenzione delle strade, del verde, degli edifici pubblici come delle chiese, che restituisca un immagine positiva di questi centri.


Poi è necessario programmare interventi tesi a recuperare il gravissimo ritardo, che riguarda tutti o quasi i centri frazionali, relativamente a fondamentali dotazioni di base come in primis fognature e impianti di depurazione che sono assenti quasi ovunque, così come il servizio di raccolta dei rifiuti (ampliamento della raccolta differenziata), manutenzione straordinaria dei corsi d’acqua, contrasto e risanamento del dissesto idrogeologico lavorando ed impegnandosi di concerto con le altre autorità preposte (ambito territoriale, Consorzio di bonifica, Vus) per inserire anche gli interventi che riguardano questo territorio nei piani di investimento.


Ma per rilanciare e riqualificare le frazioni risulta necessario prevedere piccoli ma significativi investimenti per dotarle di aree e luoghi di incontro e di socialità dove le persone, gli anziani come i giovani possano incontrarsi e fare cose insieme.

Per questo vanno sostenute le esperienze in essere di circoli ed attività associative che promuovono attività, ma per questo vanno riqualificate e non vendute le ex scuole frazionali, da restituire alla socialità e alle iniziative locali.


Al fine di ridare centralità al tema ed alle esigenze dei centri frazionali proponiamo la istituzione della Consulta delle frazioni costituita da rappresentanti di tutte le realtà frazionali scelti dai cittadini, un organo propositivo, consultivo e di controllo nei confronti dell’amministrazione comunale per quel che riguarda le problematiche frazionali.


 

8. RILANCIO DEL COMMERCIO, DELL’ARTIGIANATO E DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE


Prioritario al fine di invertire la tendenza fortissima negli ultimi 5 anni alla riduzione dei redditi (a Montefalco dal 2011 al 2016 i redditi dei cittadini titolari di partita IVA siano essi imprenditori agricoli, artigiani,commercianti, professionisti sono calati di quasi il 19%, un record in Umbria!) risulta necessario, oltre che agire per il rilancio e lo sviluppo delle produzioni agricole di qualità e per lo sviluppo del turismo che deve essere concreto (e non fatto solo di crescita dei comunicati stampa), anche procedere ad iniziative rivolte agli operatori commerciali ed all’artigianato.


Per quel che attiene il commercio va rilevato come negli ultimi anni a fronte di una sostanziale stagnazione del mercato e quindi della domanda, a Montefalco si sia visto proliferare in misura davvero eccessiva il numero delle attività (addirittura + 29% PER I LOCALI ED I PUBBLICI ESERCIZI).

Non bisogna essere scienziati in economia per capire che se il mercato non cresce ma cresce il numero degli operatori il risultato è la riduzione del risultato economico ottenuto dalle singole imprese.

Il calo del 19% del reddito negli ultimi 5 anni trova anche qui la sua causa come nella difficoltà in cui si sono trovati gli operatori agricoli: a fronte di un incremento della produzione non ha fatto da contraltare un aumento dei volumi venduti.

Come per le attività turistiche anche per quelle commerciali ed in particolare dei pubblici esercizi va corretta la tendenza. Non più rilascio indiscriminato delle licenze ma sostegno alla qualificazione di quelle esistenti.

Anche se vi è la liberalizzazione delle attività commerciali è possibile agire in tale direzione in considerazione del fatto che la massima concentrazione delle attività si riscontra nel centro storico e quindi si può utilizzare lo strumento di tutela di carattere urbanistico, anche perché grazie alle previsioni dei programmi regionali le attività presenti possono essere supportate ed incentivate con gli strumenti relativi ai cosiddetti centri commerciali naturali.


Per quel che riguarda il le attività artigianali e produttive va rilevato preliminarmente la grave condizione di inadeguatezza in cui si trovano le aree per insediamenti produttivi di Pietrauta e di Cortignano dove lo stato di quasi abbandono risulta evidente e dove ancora non sono stati addirittura risolti i problemi di fornitura elettrica.

Dotare le aree artigianali di adeguati servizi di base per le imprese: adeguamento delle centraline elettriche, onde evitare disservizi nell’erogazione della corrente elettrica industriale; miglioramento delle prestazioni del servizio di rete internet; concertazione con i fornitori per ottenere tariffazioni agevolate, sono le prime condizioni per sostenerle correttamente.

In considerazione del fatto che risultano invenduti ancora alcuni lotti, e che al contrario nei comuni vicini le aree per insediamenti produttivi sono esaurite, al fine di perseguire l’obbiettivo dell’insediamento di nuove attività si propone la previsione, in analogia a quanto fatto da altri comuni, di PACCHETTI INCENTIVANTI LOCALIZZATIVI ovvero un insieme integrato di incentivazioni che vanno dal basso costo del terreno, ai contributi a fondo perduto per gli investimenti, alle garanzie per il finanziamento del circolante da elaborare utilizzando gli strumenti e le risorse regionali da concedere a quelle imprese che decidono di insediarsi nelle aree produttive del territorio comunale e che si impegnano a portare avanti piani di sviluppo con incrementi occupazionali.


 

9. ELABORAZIONE DEL PIANO REGOLATORE


A Montefalco non esiste ancora un piano regolatore, ovvero il principale strumento di pianificazione e governo di un territorio. C’è soltanto un piano di fabbricazione. È necessario, per un borgo che punti all’eccellenza come Montefalco, intraprendere un serio percorso di riflessione circa le linee di sviluppo urbanistico da tracciare da qui agli anni che verranno.

Al contempo il ritardo nella predisposizione di un Piano Regolatore oggi può per assurdo diventare esso stesso una risorsa se si riesce ad avviare un processo di definizione dello stesso che richiami l’attenzione generale sullo straordinario patrimonio culturale paesaggistico ed ambientale di Montefalco e se pertanto si riesce a fare del Piano Regolatore che verrà l’occasione per cui il meglio della cultura italiana ed europea si cimenta su cosa significa tutela e promozione oggi di un territorio di altissima qualità che si misura con le sfide dell’eccellenza del produrre e del vivere nella contemporaneità.

Per questo noi proponiamo di procedere alla elaborazione del piano regolatore per Montefalco sviluppando lo studio preliminare con la collaborazione di dipartimenti universitari, studenti e giovani ricercatori che intendano cimentarsi con entusiasmo in questa avvincente sfida progettuale, facendo diventare essa stessa un evento culturale e scientifico di livello internazionale.


 

10. SOCIALE E CULTURA


Priorità assoluta per il rilancio della comunità di Montefalco assumono le politiche ed i servizi per la persona quali il sociale, l’educazione, la cultura.

In una prospettiva di qualità vera del vivere sociale questi servizi rappresentano elementi essenziali per la qualità della vita dei residenti e per il loro senso di sé, così come sono il miglior biglietto da visita da presentare a chi decide di visitarci.


Per questo il potenziamento dell’investimento sul sociale (oggi scandalosamente basso 10.000 Euro/anno!) per integrare i servizi e rispondere efficacemente alle situazioni di disagio e di difficoltà, di anziani, minori, giovani, tossicodipendenti, persone in difficoltà economica, risulta essenziale.

Servizi sociali e sanitari integrati al distretto/polo direzionale con il potenziamento dei servizi medici di base, secondo modelli già sperimentati con successo da altri comuni significherebbe portare anche a Montefalco quelle innovazioni che servono per rendere più avanzato e adeguato il sistema di sicurezza sociale.


Parimenti favorire iniziative di aggregazione e di promozione culturale, laboratori teatrali, corsi di fotografia, artigianato, musica, gioco, mettere a disposizione strutture per la socialità quali un centro giovani con spazi fruibili e dove vengano erogati servizi di supporto e orientamento scolastico, creare Gruppi doposcuola di “aiuto compiti” presso la biblioteca comunale rappresenterà finalmente la concreta possibilità di creare una vita sociale più qualificata e più utile per tutti.

Allo stesso tempo proponiamo il potenziamento e la messa in rete del museo civico e l’apertura dei palazzi storici per proporre visite guidate della città ed arricchire l’offerta di attività per turisti e residenti.


Stesso obbiettivo ci proponiamo con l’apertura di nuovi spazi museali, quali la sezione museale etno-antropologica sulle tradizioni locali o la riscoperta della Montefalco sotterranea, sempre in un’ottica di arricchimento dell’offerta turistica ma anche di riscoperta e valorizzazione della propria storia ed identità.

Stessa funzione verrà perseguita mediante la Valorizzazione delle feste sacre, nonché dei luoghi e delle tradizioni legate al culto dei Santi e dei Patroni di Montefalco.

Proponiamo in questo senso la Riapertura della cosiddetta “Porziuncola di Montefalco”, ovvero della chiesa di San Rocco in Camiano, da rendere fruibile al pubblico e mettere in rete con i percorsi della via Francigena e dei luoghi più significativi della tradizione francescana.







 
 
 

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